La storia svizzera – Parte 3
Il feudalesimo in Svizzera
Le campagne dal XI al XIII secolo
Verso l’anno 1000 il territorio occupato dall’uomo è abbastanza limitato. Si tratta spesso di radure attorno alle quali si trovano foreste e paludi che rendono difficili i contatti tra le persone e isolano i villaggi. D’altra parte l’esistenza di vie di collegamento è precaria, i pochi sentieri non sono ben delineati.
Sull’Altopiano, i contadini si raggruppano in villaggi o in fattorie isolate al centro di una proprietà da poco dissodata. Nei campi, suddivisi in strisce, predominano le culture di cereali e affini. Per il lavoro vengono utilizzati attrezzi primitivi e rudimentali come, per esempio, l’aratro di legno che appena riesce a penetrare il terreno. Siccome il concime scarseggia, si opta per il sistema del maggese ovvero parte del terreno viene lasciata incolta, per circa un anno, in modo che possa riposare e ritorni presto fertile. Parte del raccolto deve essere conservata in modo da essere utilizzata l’anno venturo quale semenza, un’altra viene consegnata al signore. L’allevamento è un’attività accessoria; permette di disporre di latte, carne, uova e pelli. Inoltre i bovini vengono utilizzati per il tiro dell’aratro o dei carri. Le bestie come le pecore ed i buoi vengono fatti pascolare sul maggese (concimazione) o su piccoli prati. La foresta che si trova nei paraggi permette ai contadini di disporre del legname da costruzione e da ardere, inoltre le bacche e gli animali selvatici servono per la variazione della dieta, senza calcolare il beneficio di cui traggono come pascolo per gli animali. Il contadino è condizionato nella sua vita quotidiana, dal clima durante le diverse stagioni. Durante le domeniche e le feste religiose si riposa. Alcune di esse rappresentano il giorno del versamento dei tributi ai signori.
La vita dei contadini migliora a partire dall’XI secolo. I campi diventano più redditizi grazie all’efficacia di alcune innovazioni della tecnica quali gli attrezzi di ferro o l’aratro a ruote e il nuovo sistema di attacco del cavallo. Viene inoltre applicato un nuovo sistema di semina e cioè quello della rotazione triennale: un terzo del terreno viene seminato con cereali invernali, un terzo con cereali primaverili o piante leguminose e un terzo rimane maggese; tutto ciò a rotazione. L’aumento dei contadini richiede nuove terre da dissodare e con uno sforzo comune, vengono dissodati i terreni confinanti o penetrano nelle foreste per costruire fattorie isolate, nelle radure.
Con lo sviluppo delle città, la domanda di prodotti agricoli aumenta. I contadini possono così smerciare le eccedenze e trarne un ricavo. Alcuni si specializzano in produzioni particolari; soprattutto cereali. Su terreno meno fertili, invece, sorgono le vigne che i monaci diffondono anche sulle sponde del Lemano. L’allevamento passa in modo sempre più preponderante agli abitanti della Svizzera centrale e delle regioni alpine.
Signori e contadini
Verso l’anno 1000 quasi tutti vivono di agricoltura. I contadini dell’Altopiano dipendono quasi tutti da un signore fondiario o proprietario. Il signore divide le sue proprietà in fondi lavorati da servi (individui che dipendono direttamente dal signore con diritti limitati) o coloni (individui giuridicamente liberi, ai quali un signore accorda loro l’uso di fondi in cambio di prestazioni). In cambio i contadini gli devono tributi in natura (parte del raccolto) o in denaro (censo); devono pure eseguire lavori negli edifici del signore o aggiungersi ai servi che già vivono e lavorano sulle sue terre.
Questi impegni variano a dipendenza della signoria a cui si appartiene. In taluni casi il signore rivendica un diritto sull’eredità o ingloba i beni di servi deceduti senza eredi. Inoltre, il signore, esige delle tasse da coloro che vogliono sposarsi fuori dal suo dominio e può obbligare con la forza al ritorno coloro che hanno abbandonato senza autorizzazione i fondi dove lavorano.
Il signore vive nel castello, simbolo del suo potere. Protegge i suoi uomini accogliendoli tra le mura in caso di pericolo. Questa protezione è molto apprezzata dai contadini che vivono in ambiente ostile, segnato da carestie, epidemie guerre e vendette. Il grande signore esercita il banno (diritto dell’autorità, in primo luogo del Re, di comandare e proibire; per esteso anche il territorio in cui veniva esercitato). Infligge multe e preleva tasse per l’uso del forno, del mulino, del torchio e del frantoio. Per macinare il grano e cuocere il pane, i contadini, possono usare solo le sue attrezzature. Anche l’uso delle terre non coltivate e delle foreste come pure il diritto di caccia e pesca sono diritti riservatigli.
Tra le tasse che deve versare il contadino vi sono anche la taglia e la decima (parte della produzione agricola, ca. 10%, prelevata dall’autorità ecclesiastica per il mantenimento del clero).
Nelle Alpi i contadini sono generalmente liberi; la lontananza e le precarie vie di comunicazione rendono difficilmente controllabile la situazione. Per far fronte in modo migliore a tutti i bisogni e alle difficoltà, si organizzano in comunità. La ripresa dei traffici commerciali risveglia le rivendicazioni signorili ma alcune comunità, per esempio quella di Uri, difendono a denti stretti la loro posizione di privilegio.
L’aumento della produzione agricola tra il XI e il XIII secolo permette il miglioramento delle condizioni di vita dei contadini in modo che numerosi servi possono così riscattare la libertà. Il signore, sempre più bisognoso di denaro, divide i possedimenti, riduce canoni e corvée (impegni e/o lavori che il contadino deve eseguire per conto del signore) per trattenere i contadini attirati dalle vicine città.
La vita nel castello
I castelli più antichi, edificati nel X e XI secolo, sono costruzioni di legno, semplici, circondate da palizzate e situati su alture artificiali. Solo più tardi compaiono edifici di pietra protetti da mura, costruiti di preferenza su colline o speroni rocciosi. Il mastio, torre principale, serve da abitazione e bastione di difesa. Dato che è poco confortevole vengono aggiunte ben presto nuove costruzioni. Con il passare dei secoli altri edifici e installazioni di difesa conferisco al castello la forma che conosciamo.
Rimane pur sempre un’abitazione poco confortevole vista anche la sua mole. La grandezza dei locali li rende difficilmente riscaldabili anche se i camini sono molto grandi. Il piano terreno viene adibito, durante l’inverno, a stalla per le capre e maiali anche perché così ne viene sfruttato il calore. Il pavimento è sudicio e vi sono vermi e topi in quantità.
Le opere d’arte quali i dipinti e le stoffe si trovano unicamente nei locali utilizzati per le feste e i ricevimenti. I mobili sono assai primitivi e comprendono panche, sedie e tavoli di legno, cassapanche per abiti e generi alimentari. I letti, a baldacchino per la protezione da parte degli insetti, servono per più persone contemporaneamente. Le vettovaglie più utilizzate sono delle scodelle di legno, il coltello e il cucchiaio. La forchetta non viene utilizzata perché sovente si utilizzano le dita. Il “lavandino” (acquamanile) serve per la pulizia delle mani che vengono asciugate nella tovaglia. Gli alimenti che vengono consumati sono in genere il pane, la zuppa di cereali e legumi e, per il signore, la carne di bue o di maiale allo spiedo. Il pesce viene mangiato nei giorni di magro. Quali bevande si fa ricorso a latte e vino; per occasioni speciali si consumano birra e idromele.
Il signore gode del privilegio del bagno con acqua riscaldata preparata in un grande catino di legno. porta i capelli lunghi come pure la barba. La moda di radersi apparirà solo qualche secolo più avanti. Si veste con un abito di lana o lino e cammina a piedi nudi. Per l’inverno fa uso di una pelliccia. Per le occasioni speciali (visite o ricevimenti) usa portare una veste lunga e indossa calzature di cuoio. Verso la fine del Medioevo, vengono sostituiti da una veste corta e fasce strette attorno alle gambe.
I lavori pesanti, soprattutto quelli agricoli, sono attribuiti ai servi ma i piccoli signori devono arrangiarsi nel momento del raccolto. Qualche giorno viene dedicato alle udienze o al ricevimento dei coloni che giungono al castello per il versamento dei tributi. Gran parte del tempo è comunque dedicata alla caccia di orsi e cinghiali che vengono uccisi con una lancia mentre la caccia di cervi e caprioli vengono abbattuti con arco e frecce. La piccola selvaggina è catturata con l’aiuto del falco o dello sparviero.
I divertimenti del signore sono la musica, le gare di abilità o giochi con la scacchiera. Giostre e tornei sono allietati da feste e danze.
Il feudalesimo
A partire dal 1033 tutto il territorio dell’attuale Svizzera fa parte del Sacro Romano Impero Germanico che si estende dall’Italia alla Sassonia e dalla Borgogna alla Slesia. Sfidando l’autorità dell’imperatore*, conti e duchi si appropriano di terre, di cui erano semplici governatori in età carolingia, e le trasmettono ai loro discendenti, come se fossero proprietà di famiglia. Per sottolineare la loro indipendenza costruiscono castelli e accrescono la loro potenza con nuovi possedimenti. I più deboli cercano appoggio presso i potenti o devono subirne il dominio. Un contratto con obblighi reciproci lega le due parti. Il protetto o vassallo (Colui che si sottomette a un signore, promettendo aiuto e obbedienza, ricevendo in cambio feudo e protezione) giura fedeltà al suo padrone e gli deve aiuto finanziario e militare. Il protettore o signore feudale gli cede un feudo, cioè un territorio o dei diritti (amministrazione della giustizia, prelievo di tasse, ecc.). Il sistema feudale (si tratta di un sistema sociopolitico ed economico basato su rapporti di dipendenza tra signori e vassalli. La sua base materiale è il feudo.) si può immaginare come una piramide con l’imperatore al vertice e il popolo alla base e tra i cui estremi esiste una fitta rete di dipendenze tra i signori.
(*) Nel Sacro Romano Impero viene prima eletto Re di Germania da un’assemblea di principi. Dal Papa riceve poi il titolo di imperatore con la corona d’Italia. È anche chiamato Re dei Romani.
Alcune famiglie sono riuscite a consolidare la loro autorità. Ad ovest Umberto Biancamano fonda la dinastia dei Savoia. Dai loro possedimenti attorno a Grenoble essi controllano i valichi delle Alpi occidentali; nel XII e XIII secolo dominano il Basso Vallese e il Gran San Bernardo dai punti chiave di Saint-Maurice e di Chillon (nei pressi di Montreux), estendendo infine la loro autorità a nord del Lemano nel Paese di Vaud. Le loro ambizioni sono in antitesi con quelle degli Zähringen e degli Asburgo. I primi ereditano vasti domini dal Lemano all’Aar e consolidano la loro autorità nella regione fondando borghi fortificati come Friburgo, Thun e Berna. La famiglia si estinse però nel 1218. Nell’XI secolo gli Asburgo, oltre i domini alsaziani, posseggono poche terre in Argovia ma le loro conquiste sono rapide; la famiglia eredita dapprima una parte dei beni degli Zähringen nella Svizzera centrale e poi Rodolfo si appropria dei beni dei Kyburg, compera e ottiene col matrimonio possedimenti in Argovia e nella Svizzera centrale. Attorno al 1270 gli Asburgo hanno dominio su quasi tutto il territorio tra l’Aar e il lago di Costanza.
Anche la chiesa, dal suo canto, è una potenza feudale; i vescovi, le abbazie e i conventi detengono diritti di proprietà, costruiscono fortezze e si circondano di vassalli.
La rinascita delle città
Tra le antiche città gallo-romane numerose e fiorenti, alcune sono scomparse durante le invasioni, altre sopravvivono a fatica, circondate da palizzate che proteggono la dimora di un vescovo o di un signore, qualche bottega di artigiano, una chiesa, alcuni campi e orti.
Dall’XI secolo in poi la vita ricomincia a fiorire anche nelle città. I contadini, ormai divenuti troppi per lavorare i campi, si stabiliscono, in parte, nelle città dedicandosi all’artigianato e al commercio. Antiche città come Basilea, Ginevra, Losanna si rianimano e sorgono nuovi quartieri attorno alle prime mura, si tratta di sobborghi. Il piccolo borgo di Zurigo, per merito del suo mercato, diventa una delle città più importanti di tutto l’Altopiano. La volontà dei signori permette ad altre città di sorgere. Gli Zähringen fondano Friburgo nel 1157 e Berna nel 1191, punti chiave nel territorio che la famiglia vuole controllare. Tommaso I° di Savoia pensa soprattutto ai vantaggi economici quando fonda Villeneuve sulla grande via commerciale che collega l’Italia alla Germania attraverso il Gran San Bernardo. Verso il 1400 nel solo Paese di Vaud si contano da 30 a 40 città.
La città si differenzia dal villaggio per le mura di protezione, per i privilegi di cui godono i suoi abitanti e per l’attività soprattutto artigianale e commerciale che vi si svolge. Non tutte le città hanno avuto la stessa sorte: alcune sono rimaste centri importanti, altre sono ritornate modesti villaggi, altre ancora sono scomparse, poiché i cittadini dei dintorni non erano abbastanza numerosi per assicurare l’approvvigionamento e l’acquisto della produzione artigianale.
Gli artigiani fabbricano oggetti di uso corrente, oppure si specializzano in produzioni particolari che interessano una clientela più vasta e, a volte, più lontana. La città è anche un luogo di scambio; nei mercati e nelle fiere si commerciano prodotti della terra, manufatti artigianali e articoli di lusso che provengono anche da regioni lontane.
Artigianato e commercio portano prosperità ai cittadini che a poco a poco si rendono conto della loro forza. Le città estendono la loro influenza sulle campagne vicine. Questo per ottenere il controllo delle strade e dei corsi d’acqua e quindi assicurarsi nuovi sbocchi e nuove fonti di approvvigionamento per rafforzare quindi la loro sicurezza.
Gli artigiani e i commercianti si organizzano in corporazioni (Associazioni di artigiani della stessa professione o di mercanti con scopi prevalentemente professionali. In alcune città hanno avuto un ruolo politico determinante). Esse cercano di abolire l’autorità del signore feudale e di amministrare da sole la città. Iniziano ad esercitare funzioni di polizia e ad amministrare la giustizia. Per sbarazzarsi definitivamente della tutela del signore, alcune città ottengono l’immediatezza imperiale*. Si tratta di Berna, Basilea, Zurigo e Soletta. Dato che l’imperatore vive molto lontano e non ha forza sufficiente per garantire un efficace protezione, le città sono costrette all’alleanza a scopo difensivo, come pure fanno le comunità rurali della Svizzera centrale.
(*) Condizione giuridica di quei territori e dei loro abitanti non sottomessi a un signore feudale ma dipendenti direttamente dall’imperatore. Tutti i cantoni Svizzeri la ottengono, uno dopo l’altro, tra il XIII e il XV secolo.
La chiesa
Durante il Medioevo gli uomini sono mossi da una fede profonda che ne guida l’esistenza e la chiesa esercita su di loro un’importante influenza. Nelle campagne il curato vive tra i contadini prestando il proprio servizio nelle parrocchie, coadiuvato occasionalmente da un cappellano. Al parroco spetta la decima che ogni contadino deve prelevare dal raccolto e usufruisce dei prodotti agricoli dei terreni della chiesa che sono lavorati da fittavoli o da lui stesso. La chiesa non è solo un luogo di culto ma in essa vengono discussi anche problemi della comunità e si concludono contratti.
I preti devono sottostare all’autorità del decano che a sua volta obbedisce al vescovo; egli è a capo di una diocesi e officia in una cattedrale, aiutato da un capitolo di canonici che spesso dirigono una scuola. Il vescovo visita la diocesi consacrando chiese, giudicando e amministrando sacramenti. Egli non esercita unicamente il potere spirituale, ma anche quello temporale. Per esempio, nel XII secolo, il vescovo di Losanna è anche conte del Paese di Vaud, dove è il solo a poter coniare monete. Inoltre fortifica città e mercati per proteggere i suoi beni, possiede una proprietà notevole e riceve un quarto delle decime versate alle parrocchie della sua diocesi. Il vescovo, come del resto l’abate di un monastero, è un vero e proprio signore feudale.
I monaci svolgono una funzione spirituale e materiale molto importante. Sono sollecitati da più parti a fondare monasteri, beneficiando di doni diversi, terre e diritti. I cluniacensi (Da Cluny, monastero borgognone fondato nel 910. Obbedisce alla regola benedettina; da qui parte un movimento riformatore che si estende a tutta la Cristianità nel XI e XII secolo. Esonerati dal lavoro manuale, i monaci possono consacrarsi totalmente alla preghiera e alla meditazione) si consacrano essenzialmente a celebrare le lodi divine con la preghiera mentre i cistercensi* si stabiliscono su terre da dissodare, conducendo una vita austera. Alternando le orazioni al duro lavoro manuale, essi diventano presto i pionieri nello sviluppo delle tecniche agricole e ridonano vita a numerose attività artigianali. Essi conoscono anche abbastanza bene le leggi architettoniche e sono eccellenti costruttori. Altre comunità si stabiliscono lungo le vie di comunicazione ed accolgono nei loro ospizi, mercanti e pellegrini; curano i feriti e gli ammalati negli ospedali o nei lebbrosari. I conventi sono anche luoghi di cultura. I monaci infatti, insegnano, copiano manoscritti illustrandoli riccamente con miniature e sviluppano il canto liturgico. Sotto questo profilo spicca l’abbazia di San Gallo, la cui fama si propaga in tutta l’Europa.
(*) Da Cîteaux, abbazia borgognona fondata nel 1098; questo ordine raggruppa monaci rigorosamente fedeli alla regola di San Benedetto “ora et labora”, che riabilitano il lavoro manuale e vivono in grande povertà.
Nel XIII secolo compaiono gli ordini mendicanti. I francescani (Religiosi dell’ordine di San Francesco d’Assisi (1182 – 1226); vivono in povertà, predicando l’umiltà, l’amore verso Dio e gli uomini.) e i domenicani (Religiosi dell’ordine di San Domenico (1170 – 1221), prete spagnolo che cerca di convertire gli eretici, predicando e dando esempio di povertà.). Essi si stabiliscono nelle città e predicano alle folle la rinuncia ai beni materiali e l’amore per il prossimo. Seguendo il loro esempio, dei laici fondano confraternite per soccorrere i più bisognosi. I pellegrinaggi sono numerosi e testimoniano la profonda fede di questo periodo. I fedeli intraprendono lunghi viaggi per vedere e toccare le reliquie dei santi, per ottenere l’intercessione; si recano così ad Einsiedeln, San Gallo, Saint-Maurice, al Mont-Saint-Michel, a San Giacomo di Compostella, a Roma e in Terra Santa.
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