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Temporary shop e prodotto difettoso: i diritti per il consumatore

Il temporary store è da considerare per quanto riguarda i rapporti con i consumatori come qualsiasi altro negozio “stabile”. Le regole a tutela dei consumatori perciò hanno valore anche nei confronti di chi esercita questo tipo di attività, ma alcune situazioni dovranno essere trattate con molta attenzione vista la natura temporanea di questi negozi. Quando una persona ha comprato una determinata cosa e si rende conto che la stessa abbia delle imperfezioni o comunque sia difettosa può, per legge, richiedere al negoziante

– la riparazione;

– la sostituzione con una merce uguale;

– la diminuzione del prezzo pagato;

– la restituzione di quanto pagato e rendere indietro la merce.

L’unico obbligo per il consumatore è quello di denunciare il vizio al negoziante entro due mesi da quando ha scoperto il difetto.

Il temporary store non esiste più: a chi rivolgersi in caso di difetto

Se generalmente non ci sono problemi con i negozianti, ben diverso può essere per un temporary store aperto e chiuso in 30 giorni. Il consumatore infatti potrebbe trovarsi nella difficile situazione di ricercare il venditore che potrebbe rendersi introvabile. In questa ipotesi, con l’aiuto di un avvocato, è possibile fare tutte le ricerche per ritrovare il venditore e richiedere la riparazione oppure la sostituzione e, nel caso la restituzione di quanto pagato, oltre a tutto quanto speso per ritrovare il venditore stesso e l’eventuale danno subito. In molte situazioni, però, il venditore ha cessato l’attività e diventa molto difficile agire in giudizio contro lo stesso, ma la legge prevede la possibilità di rivolgersi direttamente al produttore del bene. Ovviamente, prima si dovrà cercare in tutti i modi il negoziante e, solo, nel momento in cui sia appurato che lo stesso sia irrintracciabile chiedere tutto quanto al produttore della merce.

 

Il temporary store e i cartelli che vietano la restituzione

Molto frequentemente i negozianti, anche in forza del tipo di attività che gestiscono, espongono cartelli con limitazioni per i consumatori su alcune regole che invece sono tutelate dal codice del consumo. Più precisamento, giocando sulla breve apertura del temporary store, è possibile leggere farsi come “Non si effettuano cambi merce” oppure “In caso di cambio merce si ha diritto ad un buono”. Prima di tutto è bene comprendere che tali cartelli non hanno alcun valore in caso di difetto della merce, e quindi il negoziante non potrò opporsi al cambio, alla sostituzione o alla restituzione di quanto pagato. Al contrario, questi cartelli hanno valore nel caso in cui ci sia un errore nella scelta da parte del consumatore, per esempio per aver sbagliato la taglia. In tali situazioni quindi è il negoziante che fa una concessione al consumatore e che quindi fissa le regole.

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